domenica 27 febbraio 2011

E poi se ne vanno tutti!

Ho ascoltato questa canzone. Lei mi ha spinto a scrivere questo post.



Senti la Lega che dice di sparare agli immigrati a vista, di rimandarli a casa, di non accoglierli e ti viene da pensare: Ma noi non siamo stati un popolo di emigranti? Fai qualche ricerca e scopri che a tutti gli effetti lo siamo ancora!
Secondo la  Confimpreseitalia ogni anno sono 60.000 gli under 40 che abbandonano il nostro paese, si tratta per la maggior parte di laureati, personale qualificato che cerca lavoro all’estero. Come se una città medio-grande ogni anno scomparisse, o meglio se ne andrebbe via dall'Italia, una città composta non da persone comuni, ma come detto da gente qualificata.

Maggiore è la cifra se si considerano i soli cambi di residenza, ma senza limitare l’età, ci aggiriamo intorno ai 90.000 cambi di residenza nell’ultimo anno.
Le mete per gli italiani sono ancora quelle dei loro nonni: oltre la metà dei cervelli in fuga preferisce l’Europa,  quasi un 40% vola oltre oceano negli Usa,  e sono i giovani del sud quelli ad emigrare maggiormente, Il record per province spetta a Roma ma al terzo posto troviamo Cosenza con 140.000 emigrati. Anche le percentuali di successo per chi va all’estero sono abbastanza buone, considerando che solo 1 su 5 non riesce a trovare lavoro o non riesce ad ambientarsi.  Ma il dato più sconvolgente è che nel 2009 sono stati più gli emigrati che gli immigrati in Italia, seppur per poche decine di migliaia è un dato che dovrebbe far riflettere.
Quello che mi fa incazzare è che ad andarsene sono le menti migliori, chi vuole studiare, fare ricerca. Chi vuole realizzarsi (onestamente) è costretto a fuggire!



Vi lascio il testo della canzone, così si capisce meglio, anche se è pieno di riferimenti che non tutti potrebbero conoscere:

A Malinconia, tutti nell'angolo tutti che piangono,
toccano il fondo come l'Andrea Doria.
Chi lavora non tiene dimora, tutti in mutande, non quelle di Borat.
La gente è sola, beve poi soffoca come John Bohnam.
La giunta è sorda più di Beethoven quando compone la "Nona".
e pensare che per Dante questo era il "Bel paese là dove 'l si sona",
per pagare le spese bastava un diploma, non fare la star o l'icona
né buttarsi in politica con i curricula presi da Staller Ilona.
Nemmeno il caffè sa più di caffè, ma sa di caffè di Sindona

E poi se ne vanno tutti. Da qua se ne vanno tutti.

Non te ne accorgi ma da qua se ne vanno tutti.

Goodbye Malinconia
Come ti sei ridotta in questo stato?
Goodbye Malinconia
Dimmi chi ti ha ridotta in questo stato.
Goodbye Malinconia
Come ti sei ridotta in questo stato?
Goodbye Malinconia
Dimmi chi ti ha ridotta in questo stato d'animo.

Cervelli in fuga, capitali in fuga, migranti in fuga dal bagnasciuga.
E' Malinconia, terra di santi subito e sanguisuga.
Il paese del sole in pratica oggi paese dei raggi UVA.
Non è l'impressione, la situazione è più grave di un basso tuba. 
E chi vuole rimanere ma come fa, ha le mani legate come Andromeda,
qua ogni rapporto si complica come quello di Washington con Teheran,
si peggiora con l'età, ti viene il broncio da Gary Coleman.
Metti nella valigia la collera e scappa da Malinconia.

Tanto se ne vanno tutti...

Tony:
Goodbye Malinconia
Maybe tomorrow i hope we find tomorrow.
Goodbye Malinconia
Hope did we get here, how did it get this far.
Goodbye Malinconia
We had it all, fools we let it slip away.

Every step was out of place
and in this world we fell from grace,
looking back we lost our way,
an innocent time we all betrayed
and in time can we all learn,
not to crawl away and burn.
Stand up and don't fall down.
Be a king for a day,
in man we all pray.

Fonti:

[1]asei.eu
[2] repubblica.it
[3] ilsole24ore.com
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mercoledì 23 febbraio 2011

Le 10 strategie della manipolazione mediatica



(Pubblicata da INFORMAZIONE LIBERA il giorno venerdì 24/9/2010)
Di Noam CHOMSKY, linguista

1 - LA STRATEGIA DELLA DISTRAZIONE.
L'elemento principale del controllo sociale è la strategia della distrazione che consiste nel distogliere l'attenzione del pubblico dai problemi importanti e dai cambiamenti decisi dalle élites politiche ed economiche utilizzando la tecnica del diluvio o dell'inondazione di distrazioni continue e di informazioni insignificanti. La strategia della distrazione è anche indispensabile per evitare l'interesse del pubblico verso le conoscenze essenziali nel campo della scienza, dell'economia, della psicologias, della neurologia e della cibernetica. "Sviare l'attenzione del pubblico dai veri problemi sociali, tenerla impriogionata da temi senza vera importanza. Tenere il pubblico occupato, occupato, occupato, senza dargli tempo per pensare, sempre di ritorno verso la fattoria come gli altri animali (citato nel testo "Armi silenziose per guerre tranquille")".


2 - Creare il problema e poi offrire la soluzione.
Questo metodo è anche chiamato "problema - reazione - soluzione". Si crea un problema, una "situazione" che produrrà una determinata reazione nel pubblico in modo che sia questa la ragione delle misure che si desidera fare accettare. Ad esempio: lasciare che dilaghi o si intensifichi la violenza urbana, oppure organizzare attentati sanguinosi per fare in modo che sia il pubblico a pretendere le leggi sulla sicurezza e le politiche a discapito della libertà. Oppure: creare una crisi economica per fare accettare come male necessario la diminuzione dei diritti sociali e lo smantellamento dei servizi pubblici.

3 - La strategia della gradualità.
Per fare accettare una misura inaccettabile, basta applicarla gradualmente, col contagocce, per un po' di anni consecutivi. Questo è il modo in cui condizioni socioeconomiche radicalmente nuove (neoliberismo) furono imposte negli anni '80 e '90: uno Stato al minimo, privatizzazioni, precarietà, flessibilità, disoccupazione di massa, salari che non garantivano più redditi dignitosi, tanti casmbiamenti che avrebbero provocato una rivoluzione se fossero stati applicati in una sola volta.

4 - La strategia del differire.
Un altro modo per fare accettare una decisione impopolare è quella di presentarla come "dolorosa e necessaria" guadagnando in quel momento il consenso della gente per un'applicazione futura. E' più facile accettare un sacrificio futuro di quello immediato. Per prima cosa, perchè lo sforzo non deve essere fatto immediatamente. Secondo, perchè la gente, la massa, ha sempre la tendenza a sperare ingenuamente che "tutto andrà meglio domani" e che il sacrificio richiesto potrebbe essere evitato. In questo modo si dà più tempo alla gente di abituarsi all'idea del cambiamento e di accettarlo con rassegnazione quando arriverà il momento.
5 - Rivolgersi alla gente come a dei bambini.
La maggior parte della pubblicità diretta al grande pubblico usa discorsi, argomenti, personaggi ed una intonazione particolarmente infantile, spesso con voce flebile, come se lo spettatore fosse una creatura di pochi anni o un deficiente. Quanto più si cerca di ingannare lo spettatore, tanto più si tende ad usare un tono infantile. Perchè? "Se qualcuno si rivolge ad una persona come se questa avesse 12 anni o meno, allora, a causa della suggestionabilità, questa probabilmente tenderà ad una risposta o ad una reazione priva di senso critico come quella di una persona di 12 anni o meno (vedi "Armi silenziose per guerre tranquille")".
6 - Usare l'aspetto emozionale molto più della riflessione.
Sfruttare l'emotività è una tecnica classica per provocare un corto circuito dell'analisi razionale e, infine, del senso critico dell'individuo. Inoltre, l'uso del tono emotivo permette di aprire la porta verso l'inconscio per impiantare o iniettare idee, desideri, paure e timori, compulsioni, o per indurre comportamenti.
7 - Mantenere la gente nell'ignoranza e nella mediocrità.
Far sì che la gente sia incapace di comprendere le tecniche ed i metodi usati per il suo controllo e la sua schiavitù. "La qualità dell'educazione data alle classi sociali inferiori deve essere la più povera e mediocre possibile, in modo che la distanza creata dall'ignoranza tra le classi inferiori e le classi superiori sia e rimanga impossibile da colmare da parte delle inferiori" (vedi "Armi silenziose per guerra tranquille".
8 - Stimolare il pubblico ad essere favorevole alla mediocrità.
Spingere il pubblico a ritenere che sia di moda essere stupidi, volgari e ignoranti.
9 - Rafforzare il senso di colpa-
Far credere all'individuo di essere esclusivamnente lui il responsabile delle proprie disgrazie a causa di insufficiente intelligenza, capacità o sforzo. In tal modo, anzichè ribellarsi contro il sistema economico, l'individuo si autosvaluta e si sente in colpa, cosa che crea a sua volta uno stato di depressione di cui uno degli effetti è l'inibizione ad agire. E senza azione, non c'è rivoluzione.
10 - Conoscere la gente meglio di quanto essa si coinosca.
Negli ultimi 50 anni, i rapidi progressi della scienza hanno creato un crescente divario tra le conoscenze della gente e quelle di cui dispongono e che utilizzano le élites dominanti. Grazie alla biologia, alla neurobiologia ed alla mpsicologia applicata, il "sistema" ha potuto fruire di una conoscenza avanzata dell'essere umano sia fisicamente che psichicamente. Il sistema è riuscito a conoscere l'individuo comune molto meglio di quanto egli conosca sè stesso. Ciò comporta che, nella maggior parte dei casi, il sistema esercita un più ampio controllo ed un maggior potere sulla gente, ben maggiore di quello che la gente esercita su se stessa.





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martedì 22 febbraio 2011

This blog is carbon neutral!

local shopping offers and coupons with kaufDA.deIl nostro Blog aderisce all'iniziativa del sito Kaufda.de che pianta un albero per compensare le emissioni di CO2 che ogni blog produce. Non è  per fare gli ambientalisti a tutti i costi, magari quando si pensa agli ambientalisti si pensa al tipo che ti fa la lagna... Siamo tutti peccatori in questo senso, però bisogna prendere coscienza che l'ambiente è importantissimo e bisogna tenere a mente che ad ogni azione corrisponde una reazione (uguale e contraria).  Il problema del disboscamento, delle emissioni di CO2, dei rifiuti tossici, della spazzatura e così via ci possono sembrare lontani da noi, nulla di più sbagliato, queste cose riguardano tutti. Non tanto per noi, ma lasciamo ai nostri figli e ai nostri nipoti un mondo migliore. Vogliamogli bene alla natura.


Se vuoi sapere come funziona  clicca qui. Continua a leggere!

mercoledì 9 febbraio 2011

A proposito di dignità

E’ chiaro che quando non hai alternative cominci a travisare la realtà disponibile, improvvisamente ciò che è nero diventa bianco,la puttana diventa casta, il fallace mutazionalmente cambia in vero ed ecco, che come per magia,in piedi,ciò che hai lì davanti appare mutato,appare dissimile,immediatamente sublime. Inizi a vedere la realtà con occhi diversi, non come realmente appare,ma come vogliono che tu la veda, un lento e progressivo killeraggio mediatico, di mezzi, di omuncoli piccoli piccoli che utilizzando come strumento la più alta propaganda totalitaristica,ti plagia la mente, invasivamente riesce a distogliere l’attenzione sui problemi, quelli veri,concreti, che quotidianamente come un pool di cellule tumorali proliferano, metastatizzano per poi diffondersi irreversibilmente fra le propaggini del tessuto sociale: giovani,vecchi, bambini, non c’è distinzione di sesso o d’età tutti ne sono colpiti. I tuoi riflessi, ora appaiono lenti e la tua assuefazione per questo stato di cose è totale.
Apatico,assisti inerme al tardo e inesorabile progredire del tuo destino,e proprio di questo tu non sei più l’artefice,non più il padrone delle tue scelte, del tuo divenire, ma succube del potere centralizzato del potente di turno. Sei un numero su di una lista,buono solo a votare, o solo a far votare; non conta ciò che tu possa dire, ciò che tu possa fare, ti ritrovi come paralizzato in una sorta di materiale amorfo,colliquiale che non ti da alcuna possibilità di muoverti di gridare le tue idee, la tua libertà di espressione, di dar voce a quel sentimento di giustizia che non ti appartiene più. Immobile assisti impotente allo stupro della tua dignità venduta per non più di qualche promessa, di qualche favore ripagato, ti senti realizzato con poco, pensi di essere già arrivato per poi a comando di “lui” ricadere nel baratro e questa volta senza favore, con qualche promessa mai realizzata, ma ancor peggio senza aver più la tua dignità. Mutilato di questa, ti aggiri come fossi un’anima in pena in cerca di un altro potente, di altri favori, disposto a scambiare quel po’ che rimane.Sei quasi alla fine, senti che il tempo è arrivato che hai perso ciò che più caro tu avevi: non soldi,favori o amicizie ma qualcosa che hai sempre avuto e ora non hai, che ti manca terribilmente ma che mai più riavrai. Amico mio, la dignità non consiste nel possedere onori, ma nella coscienza di meritarli, la dignità non si acquista come fosse un oggetto, né si vende al miglior offerente. A voi che avete una dignità, coltivatela nel tempo e non lasciate che finisca nel compromesso.
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mercoledì 2 febbraio 2011

Povera Patria

Povera Patria! Schiacciata dagli abusi del potere
di gente infame, che non sa cos'e` il pudore,
si credono potenti e gli va bene quello che fanno;
e tutto gli appartiene.

Tra i governanti, quanti perfetti e inutili buffoni!
Questo paese e` devastato dal dolore...
ma non vi danno un po' di dispiacere
quei corpi in terra senza piu` calore?


Non cambiera`, non cambiera`
no cambiera`, forse cambiera`.

Ma come scusare le iene negli stadi e quelle dei giornali?
Nel fango affonda lo stivale dei maiali,
Me ne vergogno un poco, e mi fa male
vedere un uomo come un animale.

Non cambiera`, non cambiera`
si` che cambiera`, vedrai che cambiera`.

Voglio sperare che il mondo torni a quote piu` normali
che possa contemplare il cielo e i fiori,
che non si parli piu` di dittature,
se avremo ancora un po' da vivere...
la primavera intanto tarda ad arrivare.
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