Ragazzi,sarò troppo moralista,personalmente ''complicato'',ma lo scritto sociale a me affascina e affascinerà sempre.Il ''ventennio'',non quello mussoliniano,ma berlusconiano che stiamo ancora affrontando è una delle ultime pugnalate inferte che il nostro Paese può sopportare.Ormai sopravvissuta esangue di molteplici indegne vicende in cui ne è uscita ''angelicamente'' macchiata di vile fango,la vediamo soffrire,mugugnare,patire.Ma tutto ciò va rivolto a quella parte ''malata'' del nostro sistema,intellettualmente e moralmente corrotta da un sistema marcio capace di impartire scialbi modelli da perseguire;abbiamo seminato indecenza e ne stiamo raccogliendo i frutti.
Italiano! Enigmatico aggettivo che travaglia
le nostre menti da tempo immemorabile,
scevro da qualsiasi plausibile spiegazione
viandante di un suolo in cui tutto diviene affabile.
Signore dei mari,della Api e delle isole dimenticate
politicante da Ballarò vestito a festa
perspicace recettore di un malessere palesato
millenario traditore di discendenza mesta.
Astuto,ferino,miscredente ed utopista
millantatore,lassista,ozioso e moralista
evolvi di giorno in giorno in un fracasso in cui tutto tace
senza che un bisogno scalfisca il tuo essere perbenista.
Malato,sadico frutto di un gene marcio
cromosoma cancro di una spina sociale
curva,ricurva,spezzata e mutilata
erede reietto d'un Mathusa ancestrale.
Le tre sagge quadrumani ben vedrebbero,sentirebbero e parlerebbero
se con te solcassero gli oceani del divenire
un colpo secco inferto a ruolette russa
di un male che oggi non può essere fatto più tacere.
Chissà cosa ti vagheggia in mente
emulato prototipo di una madre insana
quando a balenarti in testa c'è il reprimi
ma noncurante ti mantieni sulle tue gesta da puttana.
Mugugni,disprezzi,smentisci e ottenebri
neghi,mistifichi,corrompi e schernisci,
larvale bozzolo di turpe provenienza
di un sadico malore ti nutri e gioisci.
Solo,reietto e di empio esempio
appari oggi alle genti omaggianti
che di clichè e intrattenimenti di corte
ti implorano di palesare tracotanti e festeggianti.
Avanza,se d'avanzar ancora ti è possibile
nell'indegno pantano in cui procacciasti dimora
che i tardi fratelli di puerile e turpe ingegno
a sguazzar come porci in un letamaio se ne compiacciono ancora.
Sgratola,demolisci e sadicamente distruggi
le ultime macerie di questa fantascientifica landa
futura balia di quel gene marcio
natale ostello di prole ancor più orrenda.
Forse sarò io,chi lo sa,a non meritare un civile avvenire
ma queste lacrime non so se sanno di risa o di odio
le mando giù quotidianamente angosciato
aspettando fremente il giorno del mio addio.
Ma ritorneranno,già so,quelle lacrime
a bagnare le mie solcate goti
non sarà più disprezzo,nè sdegno,oh mia fortuna
ma soltanto nell'indifferenza si tufferanno i miei ricordi.
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