lunedì 21 marzo 2011

TRADIZIONI FUTURE

Indro Montanelli sosteneva che "un popolo che ignora il proprio passato non saprà nulla del proprio presente" e aggiungo io, non potrà costruire il proprio futuro.
Ora, non voglio ammorbare nessuno dei lettori con aforismi dal sentore di giudizio universale, con prediche bibliche, non è mio intento. Voglio solo esprimere il mio sentimento riguardo un evento che mi ha lasciato con l'amaro in bocca, come succede dopo aver ingoiato uno spicchio di limone.
Parto da lontano, dal globale, per giungere al particolare, al mio pensiero.

Per un popolo qualsiasi, ed in maniera accentuata per una minoranza quale è la nostra comunità, il passato gioca più che mai un ruolo fondamentale nel processo per la determinazione del presente e del futuro. Il passato funge da àncora, da punto inesorabilmente fermo da cui partire; e farlo rivivere, ricordarsi di esso non vuol dire avere mancanza di lungimiranza, di inventiva, di iniziativa; non è sinonimo di paura del futuro. Rivivere il passato vuol dire ripercorrere periodi storici, vuol dire dare risposte a quelle domande arcane, ma fondamentali che stanno alla base delle strutture attuali che si proietteranno nel futuro. Rivivere il passato per non morire, insomma.

Ripercorrere il passato significa delineare i connotati di una società, unendo in un unico filo temporale tre diversi momenti passato-presente-futuro (rivivere il passato per vivere un presente migliore che conduca ad un futuro ancora meglio); più o meno come leggere una carta d'identità, in cui sono riportati i dati significativi da cui partire per la definizione di un popolo e per il suo progresso.

Ecco perchè ritengo che mantenere vive le tradizioni popolari, che sono la proiezione nel presente del passato, non sia segno di volgare divertimento (panem et circenses), ma sia crocevia inevitabile per il mantenimento in vita di un popolo, nonchè dimostrazione di riconoscimento del valore della propria cultura; così l'America festeggia ancora halloween o in Irlanda festeggiano ancora San Patrizio; in Germania si gode durante l'Oktober fest ecc. ecc.
Per questo ho voluto intitolare questo pensiero "tradizioni future", perchè nel processo di miglioramento della vita, ricordare il passato diventi un momento inevitabile e fondamentale; il tempo che fu si offre come termine di paragone per il confronto epocale, da cui imparare, purchè esso venga mantenuto vivo!
E allora, riportando un attimo lo sguardo all'incipit del testo, l'amarezza provata scaturisce dalla tradizionale festa dei fuochi di San Giuseppe, che, ahimè, quest'anno non è stata degna delle precedenti edizioni. La vera anima tradizionale della festa non è veuta fuori, è rimasta un pò impigliata in chissà quale ostacolo.
Sia chiaro, non sto puntando il dito contro nessuno, ma da nostalgico sentivo il bisogno di esternare questo pensiero, con la speranza che possa servire da monito!!
Consideriamolo un appunto, di quelli marcati dal N.B., che è meglio non ignorare (senza presunzione ovviamente).

PS: spero di non aver deluso le aspettative di chi magari attendeva motivazioni diverse per il mio ragionamento sul valore del passato. (I fiori nascono anche dal letame).

7 commenti:

  1. C'e da dire che 2 falò sono saltati causa lutto (Prrojo e Plasso), scelta condivisibile o meno. Manca quello in piazza che avremmo dovuto organizzare noi del Malemale (e mi prendo le mie responsabilità).
    Detto questo,prendendo spunto dall'evento "La Via dei Supporti e degli antichi sapori", la serata dei falò di San Giuseppe potrebbe diventare qualcosa di simile con un pò di fantasia, c'e bisogno però di un gruppo di lavoro (come abbiamo fatto noi) e soprattutto dell'aiuto economico. Che ne pensate?

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  2. Quello che io volevo far notare è che, aldilà del numero di fuochi organizzati, la qualità di questi è stata scadente! La mia amarezza è scaturita proprio dalla bassa qualità del processo con cui si è fatta rivivere la tradizione di S.Giuseppe.
    L'atmosfera che accerchia l'evento non era la stessa di quella di qualche anno fa.
    Io sono dell'opinione che far rivivere una tradizione (esempio i fucarazzi) non significa solo organizzare una tavolata ed un falò quella sera e basta. Far rivivere un evento tradizionale popolare, vuol dire iniziare un processo che termini nella festa, un pò come abbiamo fatto con i Supporti. Voglio dire, anche la raccolta delle fascine fa parte della tradizione dei fuochi, eppure questa fase non assume più rilevanza alcuna, quando invece prima era forse il clou della festa!!
    Per non parlare poi del folklore dell'evento, chitarre, fisarmoniche, tamburelli, gente allegra, vino ecc ecc, cose necessarie poichè tradizionali, ma che io non ho visto durante gli ultimi fuochi.
    Non è questione di denaro!!

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  3. Non è questione di denaro, è questione di sentire la festa. I fuochi non sono più sentiti nel nostro paesello... Forse siamo stata l'ultima generazione ad andare a raccogliere le "fascine". La questione è ben più seria dei soldi, la questione è culturale. Comunque non mi soffermerei sui fuochi... che sono solo un tassello del più vasto mosaico di tradizioni che non si sanno mantenere in piedi... La festa dell'abbadia per esempio o di san giovanni... le vallje solo negli ultimi anni stanno riconquistando a fatica un po' dei vecchi fasti.. La cosa più grave e che non riesco a trovare una soluzione per far si che le tradizioni siano future e non passate!

    (Bel post;D)

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  4. Il fatto che i bambini non vanno piu a raccogliere le frasche in campagna questo è dovuto certamente al fatto che hanno altro a cui pensare: il PC.
    Perchè mai dovrebbero sudare e stancarsi quando possono stare tranquilli a casa davanti al pc? Quando ero come loro, dopo la scuola c'era il pranzo e dopo il pranzo c'erano le "fascine" (in quel periodo dell'anno, altrimenti giocavo a pallone), questo perchè non c'era ancora il computer quindi non avevo scelta. Questo cambiamento era inevitabile. La spinta per andare a farsi il culo in campagna veniva data dalla competizione che c'era fra i vari rioni/fuochi, ognuno cercava di raccogliere il maggior numero di frasche. Ora la competizione non la trovano perchè i rioni non organizzano più con la passione di un tempo i fuochi e quindi quei pochi bambini non si sentono coinvolti e cercano di concentrarsi tutti in un unico rione (scuole?).

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  6. Poco tempo fa discutevo in piazza di questo annoso problema con un ragazzo. Lui mi disse che tempo addietro quando ancora esisteva la vecchia proloco per incentivare la raccolta delle fascine, avevano proposto di dare un contributo alla gjtonia a chi avesse allestito il "fukarazzo" più bello(giudicato da una commissione). Ebbene, in quell'occasione risposi che il problema non era un contributo in denaro, ma in primis la mancanza di persone. Nell'88 sono nate 23 persone, nel 98' saranno al massimo 10 persone, a queste occorre sottrarre le ragazze (che di norma sono in n° maggiore come nascita rispetto ai maschi) quindi demograficamente negli anni si è avuto una sorta di involuzione che ha contribuito a penalizzare la festa.Ricordo, piacevoli pomeriggi, passati a raccogliere le "fascine", il bulletto di turno che ti impediva di gettarcisi sopra onde evitare che si schiacciassero e apparissero poche, ricordo "la guerriglia" fra ghitonie,ricordo giochi di spie, di tradimenti e spesso anche mazzate.Sono contento di essere cresciuto con queste esperienze sicuramente più formative del parlare col pc.Guardo a quei tempi con occhi nostalgici e mi rammarico che sia tutto finito, che i giovani di sambasile non proveranno mai quello che abbiamo provato noi.
    O tempora, O mores!

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  7. Purtroppo i tempi sono cambiati, non resta che rassegnarsi a questo terribile passaggio di testimone che come nelle migliori maratone, se male eseguito, causa sconfitte amare!!
    Facebook si è sostituito alle "fascine", ma anche al piacere di giocare a pallone per strada o nel cortile della scuola. I paradossi della tecnologia, un'arma a doppio taglio!! Poteva essere l'arma vincente per rivisitare e far rivivere la tradizione e invece non fa altro che dare a quest'ultima il clamoroso colpo di grazia!! Beato chi ha vissuto certe esperienze allora, potrà farle rivivere nel suo spirito, almeno...

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