sabato 26 marzo 2011


Ragazzi,sarò troppo moralista,personalmente ''complicato'',ma lo scritto sociale a me affascina e affascinerà sempre.Il ''ventennio'',non quello mussoliniano,ma berlusconiano che stiamo ancora affrontando è una delle ultime pugnalate inferte che il nostro Paese può sopportare.Ormai sopravvissuta esangue di molteplici indegne vicende in cui ne è uscita ''angelicamente'' macchiata di vile fango,la vediamo soffrire,mugugnare,patire.Ma tutto ciò va rivolto a quella parte ''malata'' del nostro sistema,intellettualmente e moralmente corrotta da un sistema marcio capace di impartire scialbi modelli da perseguire;abbiamo seminato indecenza e ne stiamo raccogliendo i frutti.



Italiano! Enigmatico aggettivo che travaglia
le nostre menti da tempo immemorabile,
scevro da qualsiasi plausibile spiegazione
viandante di un suolo in cui tutto diviene affabile.
Signore dei mari,della Api e delle isole dimenticate
politicante da Ballarò vestito a festa
perspicace recettore di un malessere palesato
millenario traditore di discendenza mesta.
Astuto,ferino,miscredente ed utopista
millantatore,lassista,ozioso e moralista
evolvi di giorno in giorno in un fracasso in cui tutto tace
senza che un bisogno scalfisca il tuo essere perbenista.

Malato,sadico frutto di un gene marcio

cromosoma cancro di una spina sociale

curva,ricurva,spezzata e mutilata
erede reietto d'un Mathusa ancestrale.
Le tre sagge quadrumani ben vedrebbero,sentirebbero e parlerebbero
se con te solcassero gli oceani del divenire
un colpo secco inferto a ruolette russa
di un male che oggi non può essere fatto più tacere.
Chissà cosa ti vagheggia in mente
emulato prototipo di una madre insana
quando a balenarti in testa c'è il reprimi
ma noncurante ti mantieni sulle tue gesta da puttana.
Mugugni,disprezzi,smentisci e ottenebri
neghi,mistifichi,corrompi e schernisci,
larvale bozzolo di turpe provenienza
di un sadico malore ti nutri e gioisci.
Solo,reietto e di empio esempio
appari oggi alle genti omaggianti
che di clichè e intrattenimenti di corte
ti implorano di palesare tracotanti e festeggianti.
Avanza,se d'avanzar ancora ti è possibile
nell'indegno pantano in cui procacciasti dimora
che i tardi fratelli di puerile e turpe ingegno
a sguazzar come porci in un letamaio se ne compiacciono ancora.
Sgratola,demolisci e sadicamente distruggi
le ultime macerie di questa fantascientifica landa
futura balia di quel gene marcio
natale ostello di prole ancor più orrenda.
Forse sarò io,chi lo sa,a non meritare un civile avvenire
ma queste lacrime non so se sanno di risa o di odio
le mando giù quotidianamente angosciato
aspettando fremente il giorno del mio addio.
Ma ritorneranno,già so,quelle lacrime
a bagnare le mie solcate goti
non sarà più disprezzo,nè sdegno,oh mia fortuna
ma soltanto nell'indifferenza si tufferanno i miei ricordi.

5 commenti:

  1. Di indiscutibile gusto alla lettura e di pungente critica verso un mondo che ormai, come tu giustamente ricordi, è sempre più un puzzolente pantano di maleodorante melma, immagine speculare della ahimè maggior parte degli uomini.

    Ma da profondo realista poco-o per nulla-passionale quale sono, credo fermamente che le tue lacrime non debbano essere amare, nè i tuoi sentimenti debbano cadere nell'indifferenza o nel disprezzo, poichè nulla di ciò che ci circonda, eccetto l'universo, è infinito!!
    E così come la Storia, maestra di vita, ci insegna ci sarà gloria per tutti! Rivalsa, redenzione, vendetta, rivoluzione chiamala come vuoi, prima o poi arriverà per tutti, per chi subisce e per chi infligge; per i primi sarà piacere, ascesi, proporzionali al dolore patito; per i secondi invece, consisterà nel pagamento di un salato rendiconto, e non difronte a Dio o simili, ma difronte alla Storia, ben più cattivo giudice, di cui per tempi più o meno lunghi si sono indebitamente appropriati, scrivendo pagine di cui solo l'oblio dovrebbe curarsi!!

    Come dire, la speranza è l'ultima a morire e tale deve essere anche il nostro -o per chi lo possiede- desiderio di rivalsa!!

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  2. Grazie per l'apprezzamento in primis caro Marco,ma la storia ci insegna anche a non dimenticare e noi(come popolo)siamo spesso propensi a farlo e per convenienza e per insipienza.Quando nacquero le prime democrazie,L'italia era teatro di scontro tra le grandi potenze mondiali.In età risorgimentale l'ennesima dominazione straniera per raggiungere un'unificazione(apparente a mio avviso) e per passare infine da una dittatura a una democrazia mascherata da dittatura!Il fatto che siamo stati un popolo sempre pronto a prostrarsi dinanzi il ''padrone'',sempre pronto ad inchinare il capo seppur soffrendo o patendo la fame,restringe un pò la tua,a mio avviso,utopistica visione di un giudizio universale ''sociale''.Che i ''più forti'' continueranno a spuntarla sempre è palese in ogni realtà e non solo in quella Italiana,ma oltre ciò siamo un Paese molto diverso dagli altri ed è appunto questa diversità,questo cancro sociale che ci attanaglia da millenni che non riesco a comprendere......poi ovviamente la visione sociale che ognuno ha lascia spiragli di dibattito come credo avverrà in seguito.Ma da pessimista esistenzialistico quale sono quella speranza di cui facevi mansione nelle ultime righe io l'ho perduta da tanto e cerco disperatamente di ritrovarla.

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  3. E' possibile che i potenti continuino a spuntarla in ogni occasione, ma che ciò accada non è affatto assoluto, indiscutibile. Vedi per esempio le rivolte mediterranee nel Nord Africa, Gheddafi è ricco e potente eppure il suo popolo, composto soprattutto da gente semplice, lo ha spinto fin sul ciglio di un burrone, in cui ci sono, equamente divise, buone possibilità che cada o che si salvi.
    E allora anche il più convinto pessimista riuscirebbe a filtrare ottimismo e speranza da esempi come questo.
    Io non ci vedo tanta utopia nella mia visione sociale del giudizio universale; la storia è ricca di esempi, vedi la caduta del mastodontico impero nazista su tutti.
    Per questo affermo con decisione che la speranza non può morire nè essere smarrita. Tu hai ancora speranza, non ti ha mai lasciata, è solo che ora non riesci a vederla, a sentirla, perchè oscurata da dubbi ed incertezze figli del periodo storico in corso. Perdere la speranza equivale a perdere il desiderio, gli ideali; vuol dire morire come essere sociale-politico, e restare solo carne fredda ed inerte!!
    E ciò è impossibile, (Aristotele, Politica)

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  4. OPS errata corrige:

    l'ultimo rigo recita così:

    [...] E ciò è impossibile, l'uomo è per natura un animale politico, (Aristotele, Politica).

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  5. Non popolo arabo, non popolo balcanico, non popolo antico
    ma nazione vivente, ma nazione europea:
    e cosa sei? Terra di infanti, affamati, corrotti,
    governanti impiegati di agrari, prefetti codini,
    avvocatucci unti di brillantina e i piedi sporchi,
    funzionari liberali carogne come gli zii bigotti,
    una caserma, un seminario, una spiaggia libera, un casino!
    Milioni di piccoli borghesi come milioni di porci
    pascolano sospingendosi sotto gli illesi palazzotti,
    tra case coloniali scrostate ormai come chiese.
    Proprio perché tu sei esistita, ora non esisti,
    proprio perché fosti cosciente, sei incosciente.
    E solo perché sei cattolica, non puoi pensare
    che il tuo male è tutto male: colpa di ogni male.
    Sprofonda in questo tuo bel mare, libera il mondo.

    P.P.Pasolini

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