mercoledì 4 luglio 2012

Credere o non credere, questo è il problema


Ateo, non credente, irreligioso, scettico, agnostico, sono solo alcuni dei modi per dire che non si crede in Dio. 
 Io personalmente preferisco definirmi Ateo, perché un termine più forte, per qualcuno è addirittura denigratorio. 
Ma di cosa voglio parlarvi con questo post? 
Di un idea che mi sono fatto e che vi condivido. 
È quasi impensabile al giorno d’oggi non credere alla teoria Darwinista sull’evoluzione, ma questa è solo una delle tantissime risposte “scientifiche” che possiamo dare ad eventi o fatti che fino a qualche secolo, o addirittura decennio fa venivano conferite a Dio. 
Per molto tempo ho pensato che un tale numero di prove già dovrebbe bastare, se non ad abbandonare la fede perlomeno a rifletterci molto… invece per molti non basta. 
Perché? 
Credo che il perché sia dettato dal non accettare che la Scienza non può spiegarsi tutto. Cosa c’era prima del Big bang? Come è stato possibile che dalla materia inanimata si sia giunti alla materia animata. 
Ecco al riguardo ci sono solo teorie, ma nulla di certo, non ci sono evidenze (da evidence, prove in inglese) Non ci son risposte a certe domande. Altresì alcune domane non meritano una risposta: “perché siamo qui?”, come direbbe Richard Dawkins, chiedersi “il perché” è come chiedersi il “colore della gelosia”, quello che sui social-networks sarebbe un nonsense.
È difficile accettare che la scienza non è capace (oggi) di rispondere a certe domande, questo ci fa cadere nella credenza di un essere superiore che abbia fatto tanto tempo fa quello che non siamo in grado di spiegarci. 
Come potrebbe essere altrimenti? 
Ecco, credo che il passaggio da Credente a Non credente lo si faccia quando l’insufficienza di prove non crei una prova, il gioco di parole era troppo affascinante per non utilizzarlo.

Per reclami scrivere alla parrocch… ehm… lasciare un commento! 
Ah, non sono religioso, quindi non temete non mi insulterò se la pensate diversamente, anzi… 

Ciao!


P.S. 
Si, mi piace provocare!
Continua a leggere!

martedì 19 giugno 2012

La mia generazione non ha perso!

La mia generazione non ha perso.
La generazione dei nostri nonni, dei nostri padri, madri, zii, zie… loro hanno perso.
La mia generazione non ha perso, no…
Le generazioni precedenti hanno perso.
 Quelli del 68 hanno perso, chi credeva in un rinnovo politico nel 93 ha perso. 
Chi guardava all’Europa come ad una speranza, ad in isola felice… 
loro si che hanno perso. Noi? No,
la mia generazione non ha perso,
semplicemente è rimasta a guardare mentre le altre perdevano.
La mia generazione non ha partecipato, forse con la paura di perdere, ma comunque non ha perso.

Forse però... c’è la sconfitta... la sconfitta di una generazione che non si è messa in gioco,
 allora forse anche la mia generazione ha perso…
 ha perso l’opportunità di poter dire fra qualche anno...

la mia generazione ha perso!
Continua a leggere!

martedì 28 febbraio 2012

Le prigioniere di Dio: misoginia ed androcentrismo nel cristianesimo primitivo

Prima parte di un lungo articolo scritto da Karma, che pubblico io. Eeccolo: 

Se il cristianesimo è nato circa duemila anni fa,con esso è nata anche la condizione di subordinazione della donna rispetto all’uomo.Dalle prime rivendicazione dei loro diritti in piena Rivoluzione Francese,alla grande ‘’prima ondata’’ che frantumò un apparato sociale,industriale ed economico imperniato sul più bieco maschilismo,sino a giungere ad una consapevole formulazione sia filosofica che sociale del movimento stesso,le donne hanno dovuto affrontare e combattere questi recenti snodi storici per una compiuta e matura emancipazione del loro ‘’status quo ante’’.Ma ricercare le cause storicamente remote che le hanno costrette a versare per secoli in condizioni di subalternità non è cosa facile.Queste cause,a mio parere,affondano le proprie radici nelle principali religioni monoteiste ed in particolare nel cristianesimo primitivo.Mary Daly ne La Chiesa e il secondo sesso,titolo che richiama un famoso libro di Simon De Beauvoir ,sostiene che il cristianesimo ha contribuito a mantenere l’oppressione delle donne,e afferma la necessità che la Chiesa Cattolica si rinnovi profondamente per superare la sua visione conservatrice della società e delle relazioni umane.Il suo libro successivo,Al di là del Dio Padre, invece,rappresenta la fondazione di una teologia femminista che interpreta l’androcentrismo dell’ebraismo e del cristianesimo,affermando la tesi che la visione sessista della Chiesa sia connaturata alle premesse teologiche fondamentali:>.Kari Borresen,invece,dando un’interpretazione più distaccatamente teologica,sostiene che:>.Questa credenza,intrinseca nei messaggi evangelici e costante nella tradizione patristica ed apologetica dell’epoca,trova riscontro anche in Abelardo,che nella sua Expositio in Haexameron,fondendo il versetto di Genesi 1:27 e I Corinzi 11:7,nega che le donne siano ad immagina e somiglianza di Dio,sin dalla Creazione;uno svantaggio che tuttavia può essere superato anticipando l’ordine della salvezza mediante la vita monostica. Non c’è da meravigliarsi,dunque,se la secolare perpetrazione di un misogino fallocentrismo e di un feroce androcentrismo da parte della seppur sorta da poco Chiesa Cattolica,abbia influenzato e soggiogato la società di cui ne forma tessuto pregnante. Non bisogna pertanto fraintendere e ‘’fare di tutta l’erba un fascio’’.Si prende espressamente conto della suddetta religione cristiana in quanto essa rappresenta il fattore più influente di una società della quale ancora oggi ereditiamo i suoi frutti.Al contrario,il cristo-giudaismo non detiene il ‘’primato’’ nell’odio delle donne:ovunque,in quel tempo,in Egitto,Grecia, in Cina, in Persia,le mitologie accusavano la prima donna del peccato originario.E tuttavia non possiede il monopolio dell’antifemminismo.Ad esempio in India,una singolare stravaganza religiosa prevedeva che venisse messa una donna sotto un esemplare femmina di cammello,compiendo cosi un curioso florilegio.E ancora: le religioni manichee affermavano due principi immutabile;l’uno buono,d’essenza maschile,che generava l’ordine e la luce;l’altro cattivo,dunque femminile,che partoriva il caos e la notte.Il primo aveva il Sole per simbolo mentre il secondo la Luna,astro malefico.Non ci dobbiamo troppo meravigliare,quindi,se le religioni sono un visione onirica consueta per le donne;esse sono dogmatizzate dall’uomo e codificate a proprio beneficio.La misoginia delle religioni ha un’origine comune:il subconscio maschile.Per scagionare Dio dal male e dalla morte,nozioni incompatibili con la divinità,egli carica la sua compagna del peccato originale:>dice Adamo. Il Corano,invece,afferma addirittura il principio d’inferiorità sociale della donna:>.Le grandi religioni monoteiste,dunque,al di là dei particolarismi confessionali, ‘’faranno a gara’’ a chi avrà più irriverenza e disprezzo per la donna: «Tanto vale spezzare le Tavole della legge» – commenta il Talmud – «piuttosto che spiegargliele>>. Le donne devono essere fecondate per trasmettere alle generazioni la fede di un tempo: è questo il ruolo primario che il Creatore ha loro indicato. Talvolta fisicamente la donna è bella, ma è sempre pericolosa: «il suo sguardo è una rete, i suoi seni una trappola, le sue braccia catene». Moralmente, «vale più la malizia d’un uomo che la bontà d’una donna». (Eccl. 42: 14). Riassumendo, «la donna è più amara della morte». Questa è la parola di Dio.Ma l’evoluzione sociale attenua la legge di Mosè: il Nuovo Testamento mostra costumi addolciti, segnando un progresso rispetto al passato. Si vede Gesù intrattenersi pubblicamente con la Samaritana e assolvere la donna adultera, evitandole la lapidazione. Certo, il perdono gli è stato più facile che al marito e il Vangelo talvolta cade nell’insulto: «Che c’è in comune fra te e me o ancora: «C’erano circa 5.000 uomini, senza contare le donne e i bambini» (Matt. 14: 21). Continuerà nei prossimi giorni, mia la decisione di dividerla in due/tre post per rendere il tutto più leggibile. Saluti!
Continua a leggere!

sabato 4 febbraio 2012

Nevica, è bufera!

Anche nel 2012 ha nevicato!!
E ma allora perchè stupirsi tanto?!?! Ma un freddo così non si avvertiva da 37 anni!!
E' Gennaio, mese tipicamente e solitamente invernale, cosa c'è di strano!?!?
Sui social network le nevicate si susseguivano copiose e a raffica; foto, commenti, stupore, caos, morte, delirio, diffamazioni, denunce. Per un pò di acqua.


Alemanno che a Roma chiede addirittura l'intervento della Magistratura perchè indaghi sull'insufficienza delle informazioni delle previsioni meteo. Il campionato di calcio dilaniato da Nord a Sud, dalla Serie A fino alla 3a categoria; un panorama da "The day after tomorrow"!!
O forse da "Era Glaciale"??
Bè si, non so se ridere o piangere...


Continua a leggere!

giovedì 2 febbraio 2012

Perchè secondo me Monti ha ragione.

Tempi Monterni.
"I giovani devono abituarsi all’idea che non avranno un posto fisso per tutta la vita. Del resto, diciamo la verità, che monotonia un posto fisso per tutta la vita. E’ più bello cambiare e accettare nuove sfide purché siano in condizioni accettabili. E questo vuol dire che bisogna tutelare un po’ meno chi oggi è ipertutelato e tutelare un po’ di più chi oggi è quasi schiavo nel mercato del lavoro o proprio non riesce a entrarci" (Mario Monti)

Non mi sta simpatico Monti e lo premetto. Ritengo tuttavia che la sua ultima dichiarazione, quella sul posto fisso che ha creato tanto scalpore, non sia poi così tanto grave. In paesi sviluppati (prendiamo gli Stati Uniti d’America) il posto fisso non esiste. O andate a chiedere ad un Giapponese qualsiasi se è mai stato assunto a vita. Una persona può essere tranquillamente licenziata dopo 20 anni di lavoro, semplicemente se ne trova un altro. Il problema vero è che l’Italia non è l’America o il Giappone e tantomeno non è un paese sviluppato. Un operaio che dopo 20 anni viene licenziato dove vuoi che vada? È anche vero che un azienda in Italia quando decide di assumere qualcuno a tempo indeterminato, è quasi a vita, perché licenziarlo è molto difficile. E quindi? Cosa bisognerebbe fare? 
La soluzione non è facile e tantomeno rapida, bisognerebbe riclassificare l’occupazione e il lavoro in Italia, la verità è che nel Bel Paese non c’è lavoro perché non siamo più competitivi neanche nei settori dove qualche decennio fa eravamo professionisti. Allora bisogna che ci si metta tranquilli tranquilli e si pensi a un modo per ritornare competitivi. Non abbiamo disponibilità di risorse naturali, poco petrolio, poche miniere poche foreste. Non siamo competitivi neanche sulla manodopera, si lavora di più e a meno soldi nel mondo. Allora cosa possiamo fare? Io ho 22 anni, e non posso certo dire a Monti e a tutti i Professori cosa fare, però secondo me la soluzione sarebbe l’esportazione delle IDEE. Non sono il solo e non è una mia idea (scusate il bisticcio di parole) l’esportazione delle idee. Siamo forti in questo campo, da sempre. Perché dobbiamo permettere all’America di arricchirsi con le ricerche degli ITALIANI? Perché non glie le facciamo fare in ITALIA queste benedette ricerche? Certo che il problema per l’operaio non si risolve,  questo è più un discorso  del medio-lungo periodo però ora mica un cassaintegrato fiat si può mettere a fare ricerca. Ovviamente no, ma ci arrivo subito.
La domanda ora è: Cosa gli facciamo fare all’operaio che è a casa perché la sua azienda ha spostato la produzione dove è economicamente più conveniente? Bene, le risposte sono molteplici. Non si può condannare un azienda perché cerchi di massimizzare il suo profitto, è nella sua natura. Quindi bisogna riclassificare il lavoro. Se hai prodotto macchine, adesso ti metti a produrre pannelli solari, o oggetti che richiedono tecnologia e mano d’opera qualificata. Non sto dicendo che è facile farlo, e sicuramente lo Stato deve avere un ruolo importante in questo, ma non è neanche impossibile. Se l’inghilterra nel 1600 non avesse riclassificato le sue produzioni, sarebbe rimasta una potenza semi-periferica nell’ economia-mondo. Se Venezia e Genova si fossero imposte diversamente nel XV secolo probabilmente non sarebbero “cadute in miseria” cedendo il posto all’Olanda. La storia è piena di esempi, e siccome è ciclica, cerchiamo di approfittarne. 
 E approfittiamone anche noi ora, mi sembra che ci siano abbastanza spunti (alcune cose sono volutamente provocatorie) per cercare di costruire un dibattito e un discorso serio.
Continua a leggere!

domenica 29 gennaio 2012

La rivincita dell'erba.

Siamo filamenti d’erba in un vasto campo incolto, ecco cosa siamo. Siamo filamenti d’erba che guardiamo con nostalgia ai giorni in cui eravamo verdi e ci alzavamo verso il cielo orgogliosi e fieri. Col tempo siamo seccati sempre di più, ma non siamo ancora del tutto secchi.

 Man mano che passano i giorni la quercia ci guarda sempre con più disprezzo, le sue radici ci privano delle sostanze nutritive che ci servono, e noi secchiamo sempre più rapidamente mentre quella si erge nel cielo orgogliosa e fiera. E arriverà il giorno in cui saremo tutti secchi, a quel punto basterà una scintilla, una scheggia infuocata di rivolta che colpirà uno solo di noi.
E quell'ardore si spanderà per tutto il campo senza temere più nulla e la quercia, che ha le radici che si estendono per chilometri, non potrà che rimanere ferma a guardare il fuoco avvicinarsi. Mi fa quasi pena ora il suo sguardo, fa la vittima lei, lei così imponente divorata dalle fiamme di poveri ed esili fili d’erba. La sentiamo pregare la pioggia mentre le vampe le avvolgono il tronco  e le tolgono l’imponenza. E la pioggia arriverà…. Oh si… arriverà. Quando l’intero campo sarà un lenzuolo nero e grigio, di morte e miseria, arriverà la pioggia a ridarci la vita, e dopo poco tempo eccolo li, un bellissimo campo pieno di filamenti d’erba verdi e rigogliosi cresciuto sulle nostre stesse ceneri. Cresceremo più alti che mai. Certo ci sarà qualcuno più alto, qualcuno un po’ meno. Ma nessuno spiccherà per metri a guardarci con aria di disprezzo. Ed eccola li, la quercia che un tempo era alta e fiera e che ci guardava con disprezzo. Eccola li, che più non guarda. Eccola li nera e senza vita, e qualche filamento d’erba che ancora le desta uno sguardo o un pensiero esclama in silenzio tra se e se: “Ben ti sta, noi chiedevamo poco e tu ci volevi dare niente!”  Questa è la fine che fanno le querce che vogliono controllare tutti i filamenti d’erba, noi siamo deboli, indifesi, delicati e ci facciamo maltrattare facilmente da tutti, ma quando non abbiamo più nulla da perdere ci ricordiamo che noi siamo in tanti, e la quercia è solo una.
Continua a leggere!

giovedì 27 ottobre 2011

Odio...

Posso sfogarmi? Si perché posso fare quello che voglio su questo blog, allora beccatevi questo bell’elenco. Spero che qualcuno sia d’accordo con me (per non sentirmi troppo solo) ma spero anche che molti non lo siano, così ci confrontiamo che mi piace tanto:D 

Odio la politica italiana, Odio quella che è diventata la Destra. Odio la sinistra incapace di governare e di fare opposizione, odio la sinistra assente. Odio chi ruba il salario, chi prende 20’000 euro al mese per non fare nulla, odio chi prende 20'000 euro al mese per fare anche danni. Odio chi prende tanti soldi alla faccia delle povere persone. Odio i banchieri disposti a tutto e gli imprenditori che sfruttano gli operai. Odio quelli che non vogliono lavorare, che si mettono in malattia per fregare soldi a chi gli offre il lavoro. Odio chi pretende tutto e subito, odio chi ha sempre fretta nella vita e poi non fa un cazzo. Odio chi si vanta da solo, e non vale nulla. Odio i ruffiani. Odio le feste comandate. Odio qualsiasi cosa di comandato. Odio il Natale, le luci e i panettoni. Il falso moralismo dei cristiani. Odio chi si fa vivo solo per gli auguri, perché a Natale si è più buoni, (allora) odio chi è più buono solo a natale, penitente a Pasqua ma ladri, puttanieri, peccatori e mafiosi tutto l’anno. Odio chi non odia, chi è sempre felice perché così vuole apparire. Odio la moda e chi la segue. Odio chi pretende di sapere sempre tutto, e invece e non ha capito niente. Odio chi sa di essere colpevole e fa finta di niente. Odio i falsi amici. Odio chi mi dice di essere amico ma di me non glie ne frega un cazzo. Odio chi mi cerca solo quanto ha bisogno. Odio cercare gli altri solo quanto ho bisogno. Odio la società, il consumismo senza scrupoli. Odio le cause farmaceutiche che fanno cassa uccidendo le persone, odio la legge che le difende. Odio dovermi svegliare la mattina presto, Odio non svegliarmi e sentirmi una merda perché ho qualcosa di più importante da fare che dormire. Odio i professori che non sanno un cazzo ma pretendono di insegnare cose che neanche capiscono. Odio i raccomandati e chi li raccomanda.. Odio la mafia e ogni atteggiamento mafioso. Odio il mare inquinato, odio vedere la mia bella terra venire distrutta da pezzi di merda. Odio non saper cosa fare. Odio chi non crede nel cambiamento, odio chi si accontenta perché “tanto c’ammà fa!”. Odio chi non vuole sognare più, chi si lascia andare con una stupida scusa quale "il destino", quindi di riflesso Odio il destino. Odio l'oroscopo e tutte le superstizioni, le odio in maniera inconcepibile. Odio chi si arrende alla prima difficoltà. Odio il petrolio e le grandi multinazionali disposte ad uccidere per salvaguardare i propri interessi, odio chi non fa niente per contrastarle, me compreso. Odio chi ostenta il nucleare come via d’uscita dal problema energetico. Odio chi prova ad approfittarsi di me, odio diventare cattivo e odio essere troppo buono. Odio quando fa eccessivamente caldo, odio  sudare troppo e odio quando gli altri non mi capiscono. Odio dover spiegare agli altri cose che non mi va di spiegare. Odio chi crede in Dio solo perché è nato nella cultura cristiana, odio chi non si fa domande, odio chi “prende per buone le verità della televisione, chi crede a tutto. Odio i telegiornali che rimbecilliscono le masse, odio le masse! 


 Odio tante cose, forse troppe, per fortuna che amo tanto… e compenso! :D 




 P.S. Adesso tocca a voi, con un bel commento qui sotto: Sfogatevi!!! Con me ha quasi funzionato.
Continua a leggere!