giovedì 2 febbraio 2012

Perchè secondo me Monti ha ragione.

Tempi Monterni.
"I giovani devono abituarsi all’idea che non avranno un posto fisso per tutta la vita. Del resto, diciamo la verità, che monotonia un posto fisso per tutta la vita. E’ più bello cambiare e accettare nuove sfide purché siano in condizioni accettabili. E questo vuol dire che bisogna tutelare un po’ meno chi oggi è ipertutelato e tutelare un po’ di più chi oggi è quasi schiavo nel mercato del lavoro o proprio non riesce a entrarci" (Mario Monti)

Non mi sta simpatico Monti e lo premetto. Ritengo tuttavia che la sua ultima dichiarazione, quella sul posto fisso che ha creato tanto scalpore, non sia poi così tanto grave. In paesi sviluppati (prendiamo gli Stati Uniti d’America) il posto fisso non esiste. O andate a chiedere ad un Giapponese qualsiasi se è mai stato assunto a vita. Una persona può essere tranquillamente licenziata dopo 20 anni di lavoro, semplicemente se ne trova un altro. Il problema vero è che l’Italia non è l’America o il Giappone e tantomeno non è un paese sviluppato. Un operaio che dopo 20 anni viene licenziato dove vuoi che vada? È anche vero che un azienda in Italia quando decide di assumere qualcuno a tempo indeterminato, è quasi a vita, perché licenziarlo è molto difficile. E quindi? Cosa bisognerebbe fare? 
La soluzione non è facile e tantomeno rapida, bisognerebbe riclassificare l’occupazione e il lavoro in Italia, la verità è che nel Bel Paese non c’è lavoro perché non siamo più competitivi neanche nei settori dove qualche decennio fa eravamo professionisti. Allora bisogna che ci si metta tranquilli tranquilli e si pensi a un modo per ritornare competitivi. Non abbiamo disponibilità di risorse naturali, poco petrolio, poche miniere poche foreste. Non siamo competitivi neanche sulla manodopera, si lavora di più e a meno soldi nel mondo. Allora cosa possiamo fare? Io ho 22 anni, e non posso certo dire a Monti e a tutti i Professori cosa fare, però secondo me la soluzione sarebbe l’esportazione delle IDEE. Non sono il solo e non è una mia idea (scusate il bisticcio di parole) l’esportazione delle idee. Siamo forti in questo campo, da sempre. Perché dobbiamo permettere all’America di arricchirsi con le ricerche degli ITALIANI? Perché non glie le facciamo fare in ITALIA queste benedette ricerche? Certo che il problema per l’operaio non si risolve,  questo è più un discorso  del medio-lungo periodo però ora mica un cassaintegrato fiat si può mettere a fare ricerca. Ovviamente no, ma ci arrivo subito.
La domanda ora è: Cosa gli facciamo fare all’operaio che è a casa perché la sua azienda ha spostato la produzione dove è economicamente più conveniente? Bene, le risposte sono molteplici. Non si può condannare un azienda perché cerchi di massimizzare il suo profitto, è nella sua natura. Quindi bisogna riclassificare il lavoro. Se hai prodotto macchine, adesso ti metti a produrre pannelli solari, o oggetti che richiedono tecnologia e mano d’opera qualificata. Non sto dicendo che è facile farlo, e sicuramente lo Stato deve avere un ruolo importante in questo, ma non è neanche impossibile. Se l’inghilterra nel 1600 non avesse riclassificato le sue produzioni, sarebbe rimasta una potenza semi-periferica nell’ economia-mondo. Se Venezia e Genova si fossero imposte diversamente nel XV secolo probabilmente non sarebbero “cadute in miseria” cedendo il posto all’Olanda. La storia è piena di esempi, e siccome è ciclica, cerchiamo di approfittarne. 
 E approfittiamone anche noi ora, mi sembra che ci siano abbastanza spunti (alcune cose sono volutamente provocatorie) per cercare di costruire un dibattito e un discorso serio.

3 commenti:

  1. Partiamo dal presupposto che Monti non doveva permettersi a proferire quella bestemmia data la situazione in cui viviamo, lui dovrebbe essere il garante di chi ha un lavoro di mantenerlo e di chi no lo ha di trovarlo!!! Dunque affermazione assolutamente fuori luogo!
    Detto questo, tu parli di riclassificare il lavoro di industrie che spostano la produzione in luoghi a manodopera meno cara; ma non credi che sia questo un controsenso?? Mi spiego; se l'azienda X produttrice, in Italia, di frigoriferi sposta in america la sua produzione, lo fa per risparmiare qualche soldo sulla manodopera; cosa ti fa pensare che quella stessa azienda X resti in italia sotto diverse spoglie?? Non sarebbe allora più semplice per questa lasciare la propria produzione originaria in italia??? E' una mossa un pò azzardata, perchè l'azienda X si troverebbe a rischiare del capitale su due fronti, uno dei quali nuovo e del tutto azzardato. Io dico che più che riclassificare il lavoro, si dovrebbe incentivare il lavoro già esistente e dare la possibilità di crearne ex novo; quindi fare il possibile perchè le industrie di casa ci restino, in più dare spazio ai settori nascenti. In questo modo i vantaggi sono bivalenti: i vecchi lavoratori continuano ad avere il loro posto di lavoro fino alla pensione; e i giovani hanno maggiori opportunità

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  2. Senza dubbio l'affermazione di Monti era fuori luogo io sono critico in moltissime scelte di Monti, e ho premesso che non mi sta simpatico. Allora prima di tutto ripeto che il problema del alvoro non si risolve nel 2012 e nel 2013 stiamo tutti bene. Ci vogliono dai 20 ai 40 anni se oggi si fanno le scelte giuste. Forse più, forse meno.
    Adesso, non voglio parlare di una fantomatica azienda X, ma di un azienda vera, prendiamo quindi il caso della FIAT.
    La Fiat lo sappiamo tutti, sta tentando in tutti i modi di trasferire le produzioni all'estero, però dai dati di vendita degli ultimi anni è inevitabile cogliere il segnale che il mercato dell'automobile è in discesa, questo perchè la benzina costa troppo, perchè i prezzi sono aumentati e gli stipendi sono rimasti uguali, insomma per una serie di motivi le automobili non si vendono più (come 5 anni fa). Se la FIAT (che è una delle compagnie automobilistiche più grandi al mondo, la 5 se non erro) continua a produrre questo tipo di automobili magari non fallirà (e se non fosse stato per i soldi pubblici forse sarebbe già fallita) ma si troverà in costante perdita. Sono tantissime le compagnie automobilistiche fallite in questi anni (OPEL per esempio). Allora cosa bisogna fare? Bisogna pensare a nuove cose da produrre... bisogna cambiare metodo di produzione.

    Questo post mi è venuto in mente mentre stavo studiando, sto preparando l'esame di Storia Economica e stavo studiando il caso dell'Inghilterra, come mai l'Inghilterra che era una nazione relegata alla semi-periferia del economia-mondo è riuscita durante il XVI secolo a diventare la nazione più potente al mondo? Riclassificando il lavoro, concedendo terre ai contadini, attuando una politica sociale cospiqua e investendo sulla conoscenza (a quel tempo intesa come l'esplorazione commerciale) Se l'inghilterra continuava a produrre grano per se stessa, lana per se stessa e non avesse investito nell'industrializzazione il mondo sarebbe stato certamente diverso. Ora capisco che il 1600 non è il 2000, ma ci sono tante analogie. Ci sono tantissime idee valide in giro per prendere la situazione in pugno e tornare a splendere, altre sono più valide altre meno, però bisogna imboccare una strada, magari è solo fortuna, o caso o Dio chiamatelo come volete ad aiutarci, ma se stiamo fermi, come stiamo facendo è inevitabile soccombere. Ah ritengo che uno dei grandi problemi che abbiamo è l'europa, perchè non siamo liberi di muoverci (a livello economico) come ci piace. Se l'euro era stata una benedizione fino al 2011/2012 adesso rischia di ritorcersi contro. Aspettiamo fiduciosi e vediamo che succede, certo è che Monti non mi ispira fiducia, la ispirerà alla Germania, ma a me proprio no.

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  3. All'Italia servirebbe eccome una rivoluzione industriale!! Ma come giustamente dici tu le rivoluzioni non si fanno dall'oggi al domani; ed è per questo che chi mette in ballo i propri capitali (vedi FIAT) nel momento in cui percepisce ed inizia a toccare le perdite, opta per la soluzione più semplice ed immediata, e spesso sbagliata, SPOSTARE LA PRODUZIONE DOVE COSTA MENO!! E così quando e come possono cambiare le cose!?!??!
    Per l'Inghilterra nel 1600 fu più semplice, si trattava di introdurre ex novo, un sistema di produzione; le perdite seppur possibili, erano cmq ridotte; in fondo partivi da zero, il rischio di mandare in rovina le basi non c'era, perchè non c'erano proprio le basi!!!

    Perciò, come già ho detto nel precedente post, riclassificare il lavoro potrebbe andare bene, ma la principale soluzione dovrebbe essere quella di creare le condizioni per cui le industrie già presenti preferiscano restare in italia e non andare in Romania o in Polonia; così facendo fortifichi le fondamenta e a queste, in seguito, puoi accostare una nuova via di produzione, amplificando così le opportunità di lavoro e anche quelle di produrre cose nuove. Nel senso, se la FIAT che produce da decenni automobili, perde nel suo settore forte, quello automobilistico, non farebbe mai il passo azzardato di buttarsi in un nuovo commercio, piuttosto cerca, come sta accadendo seppur per vie malate, di risollevarsi dove era forte!! E' un comportamento naturale; proprio come accade nella chimica, dove le molecole tendono per natura a stare nello stato energetico più stabile!!

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