martedì 28 febbraio 2012

Le prigioniere di Dio: misoginia ed androcentrismo nel cristianesimo primitivo

Prima parte di un lungo articolo scritto da Karma, che pubblico io. Eeccolo: 

Se il cristianesimo è nato circa duemila anni fa,con esso è nata anche la condizione di subordinazione della donna rispetto all’uomo.Dalle prime rivendicazione dei loro diritti in piena Rivoluzione Francese,alla grande ‘’prima ondata’’ che frantumò un apparato sociale,industriale ed economico imperniato sul più bieco maschilismo,sino a giungere ad una consapevole formulazione sia filosofica che sociale del movimento stesso,le donne hanno dovuto affrontare e combattere questi recenti snodi storici per una compiuta e matura emancipazione del loro ‘’status quo ante’’.Ma ricercare le cause storicamente remote che le hanno costrette a versare per secoli in condizioni di subalternità non è cosa facile.Queste cause,a mio parere,affondano le proprie radici nelle principali religioni monoteiste ed in particolare nel cristianesimo primitivo.Mary Daly ne La Chiesa e il secondo sesso,titolo che richiama un famoso libro di Simon De Beauvoir ,sostiene che il cristianesimo ha contribuito a mantenere l’oppressione delle donne,e afferma la necessità che la Chiesa Cattolica si rinnovi profondamente per superare la sua visione conservatrice della società e delle relazioni umane.Il suo libro successivo,Al di là del Dio Padre, invece,rappresenta la fondazione di una teologia femminista che interpreta l’androcentrismo dell’ebraismo e del cristianesimo,affermando la tesi che la visione sessista della Chiesa sia connaturata alle premesse teologiche fondamentali:>.Kari Borresen,invece,dando un’interpretazione più distaccatamente teologica,sostiene che:>.Questa credenza,intrinseca nei messaggi evangelici e costante nella tradizione patristica ed apologetica dell’epoca,trova riscontro anche in Abelardo,che nella sua Expositio in Haexameron,fondendo il versetto di Genesi 1:27 e I Corinzi 11:7,nega che le donne siano ad immagina e somiglianza di Dio,sin dalla Creazione;uno svantaggio che tuttavia può essere superato anticipando l’ordine della salvezza mediante la vita monostica. Non c’è da meravigliarsi,dunque,se la secolare perpetrazione di un misogino fallocentrismo e di un feroce androcentrismo da parte della seppur sorta da poco Chiesa Cattolica,abbia influenzato e soggiogato la società di cui ne forma tessuto pregnante. Non bisogna pertanto fraintendere e ‘’fare di tutta l’erba un fascio’’.Si prende espressamente conto della suddetta religione cristiana in quanto essa rappresenta il fattore più influente di una società della quale ancora oggi ereditiamo i suoi frutti.Al contrario,il cristo-giudaismo non detiene il ‘’primato’’ nell’odio delle donne:ovunque,in quel tempo,in Egitto,Grecia, in Cina, in Persia,le mitologie accusavano la prima donna del peccato originario.E tuttavia non possiede il monopolio dell’antifemminismo.Ad esempio in India,una singolare stravaganza religiosa prevedeva che venisse messa una donna sotto un esemplare femmina di cammello,compiendo cosi un curioso florilegio.E ancora: le religioni manichee affermavano due principi immutabile;l’uno buono,d’essenza maschile,che generava l’ordine e la luce;l’altro cattivo,dunque femminile,che partoriva il caos e la notte.Il primo aveva il Sole per simbolo mentre il secondo la Luna,astro malefico.Non ci dobbiamo troppo meravigliare,quindi,se le religioni sono un visione onirica consueta per le donne;esse sono dogmatizzate dall’uomo e codificate a proprio beneficio.La misoginia delle religioni ha un’origine comune:il subconscio maschile.Per scagionare Dio dal male e dalla morte,nozioni incompatibili con la divinità,egli carica la sua compagna del peccato originale:>dice Adamo. Il Corano,invece,afferma addirittura il principio d’inferiorità sociale della donna:>.Le grandi religioni monoteiste,dunque,al di là dei particolarismi confessionali, ‘’faranno a gara’’ a chi avrà più irriverenza e disprezzo per la donna: «Tanto vale spezzare le Tavole della legge» – commenta il Talmud – «piuttosto che spiegargliele>>. Le donne devono essere fecondate per trasmettere alle generazioni la fede di un tempo: è questo il ruolo primario che il Creatore ha loro indicato. Talvolta fisicamente la donna è bella, ma è sempre pericolosa: «il suo sguardo è una rete, i suoi seni una trappola, le sue braccia catene». Moralmente, «vale più la malizia d’un uomo che la bontà d’una donna». (Eccl. 42: 14). Riassumendo, «la donna è più amara della morte». Questa è la parola di Dio.Ma l’evoluzione sociale attenua la legge di Mosè: il Nuovo Testamento mostra costumi addolciti, segnando un progresso rispetto al passato. Si vede Gesù intrattenersi pubblicamente con la Samaritana e assolvere la donna adultera, evitandole la lapidazione. Certo, il perdono gli è stato più facile che al marito e il Vangelo talvolta cade nell’insulto: «Che c’è in comune fra te e me o ancora: «C’erano circa 5.000 uomini, senza contare le donne e i bambini» (Matt. 14: 21). Continuerà nei prossimi giorni, mia la decisione di dividerla in due/tre post per rendere il tutto più leggibile. Saluti!

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