mercoledì 20 aprile 2011

IL PANE SCIAPO: UN RISULTATO STORICO

Non sono fuori di testa, il titolo è decisamente veritiero. E' una di quelle vicende storiche che all'apparenza sembrano non avere alcun peso epocale, insomma nulla a che vedere con le Guerre Mondiali. E invece, nella loro apparente irrilevanza, celano i motivi precursori di tradizioni e modi di fare tuttora vigenti.
Ecco come sono andati i fatti;


intorno al XVI secolo, Perugia giocava un ruolo importante nel centro Italia, all'interno dello Stato Pontificio, dal quale però era ufficiosamente indipendente. Per questo, il Papa Paolo III decise di rimpinguare le casse clericali, impoveritesi a causa del protestantesimo che aveva sottratto fedeli (cioè denaro, era il periodo delle indulgenze), proprio a scapito dei Perugini.
Paolo III, infatti, impose ai cittadini di Perugia, in lotta a causa di una faida interna alla famiglia Baglioni che, de facto, governava la cittadina umbra, l'acquisto del sale presso le saline dello Stato Pontificio e non più presso quelle di Siena. Ovviamente il bellicoso popolo perugino rifiutò l'ingiunzione papale scatenando le ire di quest'ultimo, che si trasformarono in una insolita guerra durata ben 2 mesi, la GUERRA DEL SALE, vinta dallo stato Pontificio.

I poveri Perugini sconfitti persero ufficialmente l'indipendenza politica dallo Stato Pontificio, ma orgogliosi, decisero di fare a meno del sale, pur di mantenere viva, almeno intellettualmente, la loro indipendenza dallo Stato Pontificio. Un gesto eroico, di rottura più che mai eloquente.
Pane sciapo pur di non comprare il sale dal Papa, ditemi voi se non è rivoluzione questa!?!?
La panificazione senza sale diventa, così, a mio parere, uno dei primi gesti rivoluzionari che la Storia ricordi!
E' come lo sciopero dei lavoratori della FIAT, o come il blocco del traffico per limitare le emissioni di CO2. Si combatte dall'interno un sistema del quale si è involontariamente e necessariamente schiavi, ma dal quale si vuole essere indipendenti.
Utilizziamo le automobili però le combattiamo per difendere l'ambiente; combattiamo lo sfruttamento del lavoro ma dobbiamo lavorare.

I Perugini a causa della guerra divennero politicamente parte integrante dello Stato Pontificio, ma continuarono a combatterlo col pane sciapo, cioè non comprando dalle saline pontificie dunque non versando denaro nelle casse del Vaticano. E in quel periodo decisamente era una gran perdita di denaro; il sale era una delle risorse primarie da cui ricavare profitti.

Quindi da oggi, quando e se mangerete pano sciapo, fatelo con più orgoglio!

4 commenti:

  1. Bella storia caro Marco.
    Erano i tempi in cui la Chiesa contava, mentre ora il suo declino è inarrestabile.

    Leggendo la tua storia, l'ho ricollegata subito alle Capitolazioni di San Basile del 1510. Il comportamento dittatoriale simil sovietico della chiesa era simile, anche perchè il periodo è quello.Lo ripropongo...


    Il Passarelli scrive: "Di fronte al progressivo spopolamento dei casali nel secolo XV il vescovo di Cassano Marino Antonio Tomacelli (1491-1519) aveva ritenuto opportuno favorire l'insediamento di profughi albanesi per il dissodamento e la coltivazione delle terre. È il caso di Frascineto, Firmo, San Basile e Lungro. Così nel 1491 il vescovo concesse le "Capitolazioni" agli albanesi del casale di Frascineto e a quelli di San Basile nel 1510".
    ***
    Da "Le Capitolazioni del 1510"
    Origini di San Basile
    Realizzato da Comune e Sportello linguistico

    Capituli facti et ordinati per lo reverendissimo monsignor Marino Thomacello episcopo di Cassano et abbate di San Basilio de Cratereto del territorio di Castrovillari diocesi di Cassano, alli Albanesi che stanno nel territorio d'essa abbatia presenti et futuri li quali capitoli essi Albanesi habbiano d'osservare ad unguem sub penis infrascriptis secondo lo loro tenore, essi presenti et se contentanti come vassalli di Sancta Maria di Cassano et di detto monsignor et abbate, et promettono osservarsi alle pene predicte, li quali capitoli sono nel modo che sequita:

    (riporto i capitoli, in pillole)
    1. In primis si concede ai suddetti albanesi che abitano e a quelli che verranno ad abitare nei territori dell'abbazia, di coltivare i terreni e di poter anche costruire masserie a patto che paghino le decime al Reverendo. Ogni 10 tomoli di frutta ne devono dare uno. Chi non paga le decime deve pagare la multa di 4 once.

    2. Item che quando lo detto Reverendo Abbate si volesse seminare in detti terreni dieci tumulate di grano per uso suo, li sia lecito posserli seminare dove parerà al detto Rev.Abbate.

    Qualora il Reverendo Abate voglia seminare 10 tomolate di grano nei suddetti terreni, egli potrà farlo dove desidera.

    3.Il Rev. Abbate si riserva il diritto di far pascolare i suoi buoi dove preferisce e nessuno degli Albanesi può farci andare i propri insieme a quelli del Reverendo.

    4.Ancora vuole il Reverendo che tutti gli albanesi che hanno bestiame o che lo avranno in futuro siano tenuti a pagare le decime di tutte le bestiole minute, come gli agnelli, i maialetti e i capretti. Dovranno pagare la decima sia che ne possedessero 10,9,8,12.

    5.Item che detti Albanesi siano tenuti pagare di quelli che hanno vacche grana cinque per vitello, et delle vacche stirpe siano tenuti quolibet anno pagarne grana due per vacca.

    6.Il Reverendo Abate concede tutti i boschi in comune tra lui e gli albanesi, a patto che gli albanesi, quando i boschi frutteranno, paghino alla chiesa 100 tomoli di ghianda che loro stessi dovranno portare all'abbazia. E se la raccolta di ghiande non fosse sufficiente per pagare i 100 tomoli gli albanesi saranno tenuti a pagare una decima extra.Alla raccolta delle ghiande ci possono andare solo "due persone per pagliaro" e altri due ci andranno per parte del Rev.Abate.

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  2. [...]

    8. Tutti gli albanesi che abitano e che abiteranno in detto casale sono tenuti a pagare annualmente un pollastro per fuoco in più, mentre il giorno di San Basilio dovranno dare cinque galline e un capretto al Rev.Abate e a Pasqua dovranno dare quattro galline, un capretto e quattro uova per "pagliaro", di cui due rossi e due bianchi.Alla pena suddetta.

    9.Item vole lo predetto Rev.Abbate che lo prete che venisse ad habitare in detto Casale sia franco di tutte le cose. Et così ancora si intenda il camerlingo et Baglivo durante loro offitio.

    10. Parimenti vuole il Rev.Abbate che nessuno degli albanesi, ne maschio ne femmina, ne piccolo ne grande, ne con bastone ne con fionda colpisca le ghiande. Pena 15 carlini per ogni ghianda caduta.

    [...]

    13.Parimenti il Rev.Abate ordina che nessun abitante venda bestiame di qualsiasi tipo senza chiederlo a lui. Pena 15 carlini.

    14.Parimenti ordina [..] che nessun albanese pensi di entrare nella vigna e neanche di raccogliere i frutti che ci sono dentro e fuori le vigne come l'uva, le pere, le mele, i gelsi e le olive. Pena 15 carlini. Ciò vale sia di giorno che di notte ed esteso anche al "Pantano" che si trova fra le due vigne.

    15.Parimenti vuole il Rev. Abate che tutti gli albanesi paghino all'anno 1 tarì e 5 grana per pagliaro.

    ...

    18. Parimenti se qualche albanese di detto casale volesse andar via, non può vendere nè il pagliaro nè la vigna nè terreno arato poichè quelli sono e devono restare alla detta chiesa.

    19. Parimenti vuole [...] volevo far costruire un mulino per comodità di detti albanesi, siano tenuti loro stessi a portare con il loro bestiame il legname, le pietre e ogni altra cosa necessaria.

    20. [...] ogni anno il giorno di San Basilio gli albanesi devono portare una "tarcita" ogni due buoi in detta abbazia per fare la festa. Alla pena predetta.

    21. Quando qualche albanese, abitante di questo casale o forestiero, portasse del bestiame, il camerlengo è tenuto a indagare e confiscare tutto ciò che trova in più.

    22.Il Rev.Abate ordina e comanda che quando sarà il tempo di immagazzinare la paglia, gli albanesi siano tenuti a portare tre salme di paglia di grano e una salma di paglia d'orzo. Pena 15 carlini.

    23.Parimenti ordina [...] che che le bestie di detti albanesi vadano ad abbeverarsi all'acqua del giardinello lontani dai suoi buoi. Pena 15 carlini.

    26. Parimenti ordina [...] che nessuno degli albanesi passi davanti al suo porcile perchè ci sono "certi cani malvasi et hominari".

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  3. Saresti d'accordo se prendessi il tuo commento e facessi un POST, o meglio ancora scrivi tu un post per il blog con queste informazioni;)

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