domenica 9 gennaio 2011

150 Anni, Io non festeggio!

Viaaaaaa. Si muove il carrozzone per le celebrazioni del 150° anno dell'unità d'Italia. Sono milioni gli euro spesi per rievocare personaggi storici e avvenimenti del nostro Risorgimento ma si ha davvero una giusta visione di ciò che è stato il falso mito del Risorgimento per il meridione?
Festeggiare i 150 anni d'unità, o festeggiare l’inizio della fine del Regno delle Due Sicilie? È questo l’interrogativo da porsi.
La prima cosa da fare è ristabilire un minimo di verità storica, stuprata da una manipolazione settendrional-leghista ancora attuale. “L'ufficialità della storia” prevede che un sud dilaniato e martoriato dalla tirannia dei Borboni fu liberato,civilizzato e riqualificato dalla magnanimità dei Piemontesi. Si trattava dunque di una terra povera, arretrata, infestata da Briganti. Secondo questa versione della storia il sud versava in condizioni di povertà ed arretratezza talmente gravi che la calata dei Piemontesi fu da considerarsi una vera manna per le nostre popolazioni.Detto ciò andiamo a noi nel ripristinare un po di verità con dati alla mano.
Senza allungare il brodo. Vorrei sottoporvi uno specchietto tratto da un libro di Scienze delle finanze del 1903 di un certo Netti
Da sopra, si evince che: ( cito testualmente) :”le monete degli Stati italiani al momento dell’annessione ammontavano a 668milioni di cui solo 443,2 provenivano dalle casse del Mezzogiorno.
Ora non ci vuole di certo un Bocconiano o uno statista per interpretare dati cosi espliciti. Il Meridione non era di certo un ragno democratico, forse arretrato, ma sicuramente ricco. E dopo l’unificazione? Che fine fecero tali ricchezze? Forse che vennero utilizzate per la riqualificazione del sud? Forse che vennero riutilizzate per creare infrastrutture? O forse per avviare un economia martoriata, no, nulla di tutto ciò. Soldi utilizzati per rimpinguare le casse del Regno d’Italia! Questa è la mia verità.
E allora dopo 150 anni, cosa c’è da festeggiare?
Se lo stereotipo medio del meridionale rimane : a 'monnezza', a pizza, a canzone, a fatalità. Se ancora siamo considerati simpatici ma inaffidabili, mafiosi, o quasi. Io non festeggio, e voi?

7 commenti:

  1. Complimenti Angelo! Condivido a pieno. Non so dove ma lessi da qualche parte che i Borboni avevano avviato a Napoli una sorta di raccolta differenziata già nel XIV secolo, qualcuno può confermare?

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  2. Condivido in pieno il pensiero di Angelo da fiero terrone. Il dato a cui ti riferisci tu Nico è vero, e se non sbaglio è riportato anche sul libro Terroni.
    Purtroppo la storia, e non sono io ad insegnarlo, la scrivono i vincitori e non i vinti; ma la cosa che più mi ferisce è che le colossali verità che parte degli storiografi riportano mancano totalmente sui libri di scuola. Quindi per quanto ne possiamo parlare nelle scuole verrà sempre insegnato che i Settentrionali ci hanno civilizzati, liberandoci da briganti e povertà. Vittime di uno sporco gioco di potere.
    Da meridionale mi sento derubato e ferito nell'orgoglio. Sento che i meriti di un nord odierno evoluto siano solo i nostri, del Sud, ma nessuno ci degna di riconoscenza, e non capisco il perchè!

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  3. è vero...lo ha detto saviano ad anno zero

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  4. é vero perchè qualcuno amante della verità e della storia ha condotto delle ricerche a proposito!
    Saviano è stato solo buon messaggero

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  5. Un decreto presente nella “Collezione delle Leggi e dei Decreti del Regno delle Due Sicilie” ed emanato il 3 maggio 1832 (n.21) dal re Ferdinando II di Borbone, analizzava e regolamentava l’intera situazione igienica dei rifiuti napoletani. Inoltre, un’ordinanza della prefettura di polizia disciplinava, nei dettagli, lo spazzamento e l’innaffiamento delle strade, compresa una sorta di “raccolta differenziata” per il vetro che veniva recuperato e riciclato dalle numerose Vetrerie presenti nel regno . A Napoli, il prefetto dell’epoca, Gennaro Piscopo, ordinò ai napoletani: «Tutt’i possessori, o fittuarj di case, di botteghe, di giardini, di cortili, e di posti fissi, o volanti, avranno l’obbligo di far ispazzare la estensione di strada corrispondente al davanti della rispettiva abitazione, bottega, cortile, e per lo sporto non minore di palmi dieci di stanza dal muro, o dal posto rispettivo. Questo spazzamento dovrà essere eseguito in ciascuna mattina prima dello spuntar del sole, usando l’avvertenza di ammonticchiarsi le immondizie al lato delle rispettive abitazioni, e di separarne tutt’i frantumi di cristallo, o di vetro che si troveranno, riponendoli in un cumulo a parte». Nel dettagliato documento del prefetto, composto da 12 articoli, venivano indicate le modalità della raccolta e chi ne era responsabile; si vietava di gettare dai balconi materiali di qualsiasi natura, comprese le acque utilizzate per i bagni, e di lavare o di stendere i panni lungo le strade abitate; venivano, infine, stabilite le pene per le contravvenzioni, non esclusa la detenzione. Questa “legge borbonica” aveva già risolto il problema della spazzatura quasi duecento anni or sono, rendendo Napoli la città più pulita d’Europa. I Borboni sono famosi per ” forca, farina e festa” dimenticando queste leggi, ed altre progressiste e semplici, composte di pochi articoli chiari e semplici. Si dimentica che c’erano industrie produttive, la prima ferrovia, il primo battello a vapore, le seterie, le fabbriche di ceramica di Capodimonte, le acciaierie, i cantieri navali purtroppo l’unica cosa che mancava una Costituzione come quella stilata da grandi uomini quali quelli che hanno scritto l’attuale Costituzione che è tra le migliori del mondo.

    Aggiungo io; durante il regno borbonico non era tutto rose e fiori. E' vero che il Regno delle Due Sicilie era il 3° più ricco dopo Francia(filo-papale) e Inghilterra, però dopo aver letto il libro autobiografico di Carmine Crocco (il numero 1 dei briganti lucani) ho scoperto che inizialmente -prima dell'invasione piemontese- lui combatteva contro i borboni perchè i contadini vivevano comunque in miseria. Successivamente si schierò con i borboni perchè quel gran porco savoiardo che parlava a stento l'italiano inflisse alle popolazioni del sud una serie di restrizioni e soprattutto tasse salatissime che tagliarono le gambe ai già poveri contadini. L'agricoltura si ridimensionò notevolmente, le industrie vennero distrutte. I più grandi cantieri navali d'Europa si trovavano nel golfo di Napoli, in Calabria il baco da seta dava lavoro a tantissime persone e come non citare le zolfare siciliane?

    Eugenio Bennato canta:
    "E lo Zolfo di Sicilia e i cantieri a Castellammare
    e le fabbriche della seta e Gaeta da bombardare.
    E’ l’ideale che fa la guerra, una guerra dichiarata
    per vedere chi la spunta tra il fucile e la tammurriata".

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  6. Avevo scritto un lungo post ma non è stato pubblicato perchè appunto troppo lungo, forse avete messo il "limitatore"? Mi è apparso un messaggio di errore!

    «Tutt’i possessori, o fittuarj di case, di botteghe, di giardini, di cortili, e di posti fissi, o volanti, avranno l’obbligo di far ispazzare la estensione di strada corrispondente al davanti della rispettiva abitazione, bottega, cortile, e per lo sporto non minore di palmi dieci di stanza dal muro, o dal posto rispettivo. Questo spazzamento dovrà essere eseguito in ciascuna mattina prima dello spuntar del sole, usando l’avvertenza di ammonticchiarsi le immondizie al lato delle rispettive abitazioni, e di separarne tutt’i frantumi di cristallo, o di vetro che si troveranno, riponendoli in un cumulo a parte». Nel dettagliato documento del prefetto, composto da 12 articoli, venivano indicate le modalità della raccolta e chi ne era responsabile; si vietava di gettare dai balconi materiali di qualsiasi natura, comprese le acque utilizzate per i bagni, e di lavare o di stendere i panni lungo le strade abitate; venivano, infine, stabilite le pene per le contravvenzioni, non esclusa la detenzione. Questa “legge borbonica” aveva già risolto il problema della spazzatura quasi duecento anni or sono, rendendo Napoli la città più pulita d’Europa. I Borboni sono famosi per ” forca, farina e festa” dimenticando queste leggi, ed altre progressiste e semplici, composte di pochi articoli chiari e semplici. Si dimentica che c’erano industrie produttive, la prima ferrovia, il primo battello a vapore, le seterie, le fabbriche di ceramica di Capodimonte, le acciaierie, i cantieri navali purtroppo l’unica cosa che mancava una Costituzione come quella stilata da grandi uomini quali quelli che hanno scritto l’attuale Costituzione che è tra le migliori del mondo.

    Ho letto un autobiografia di Carmine Crocco(La mia vita da brigante), il N.1 dei brigantilucani; una cosa mi colpì molto: lui inizialmente combatteva contro i borboni perchè i contadini vivevano nella miseria, successivamente all'invasione dei maiali piemontesi si schierò con il "suo" Re, Francesco(figlio di Ferdinando). Questo per dire, se con i Borboni i contadini vivevano in miseria, immaginiamoci con Vittorio Emanuele!

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  7. Non credo ci sia un limite Kaz, in ogni caso se vuoi scrivere un articolo per il blog puoi farlo, passamelo via E mail che lo pubblico molto volentieri;)

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